perpetrata con atti confusori, denigrazione, appropriazione di pregi altrui, o altri atti contrari alla correttezza professionale
(artt. 2598 e ss. c.c.) , è possibile legittimamente ricorrere al Tribunale civile per richiedere il risarcimento del danno subito, che deve essere quantificato e liquidato sulla base di elementi probanti del nesso di casualità tra gli atti compiuti dall’ex dipendente e il danno subito dall’azienda (art. 2600 c.c.).